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Il complesso monastico di Vitorchiano vide la posa della prima pietra nel lontano 1953. Qui le monache abitano dal 1957, dopo il trasferimento avvenuto dal monastero di Grottaferrata, sulle colline romane, divenuto troppo piccolo per la comunità.
Info: Monastero Trappiste Nostra Signora di S. Giuseppe; Via della Stazione 23, cap. 01030. Tel. 0761 370017
trappistevitorchiano.it; e-mail comunità trappa@vitorchiano.org, info@trappistevitorchiano.org
MONASTERO NOSTRA SIGNORA DI SAN GIUSEPPE DELLE MONACHE TRAPPISTE
CENNI STORICI E DESCRIZIONE
Il complesso monastico di Vitorchiano dove più di settanta monache trappiste, vivono la clausura seguendo la Regola di S. Benedetto nella forma cistercense trappista, è un edificio di recente costruzione collocato lungo via della Stazione.
La posa della prima pietra risale al 1953 e qui le monache abitano dal 1957, dopo il trasferimento dal monastero di Grottaferrata, sulle colline romane, divenuto troppo piccolo per la comunità.
Il monastero è costruito attorno al chiostro quadrato e si sviluppa all’interno della clausura. L’ala occidentale si affaccia sulla parte del monastero riservata all’accoglienza degli ospiti. Da qui è visibile il presbiterio, affiancato dalla cappella da cui gli ospiti possono partecipare alla liturgia celebrata dalle monache nella notte e sette volte al giorno.
Accanto alla porta d’ingresso della Cappella degli ospiti si trova l’arazzo del pittore rumeno ortodosso Camillian Demetrescu, raffigurante la Beata Gabriella e la sua offerta per la causa ecumenica. Sulla parete del presbiterio campeggia un gruppo scultoreo ligneo raffigurante la Madonna col Bambino e angeli musicanti, dello scultore bretone Jean Fréour di Nantes, che nel suo lavoro cerca di conciliare scultura bretone e classica. A fianco della cappella si trova la portineria.
A fungere da foresteria, principalmente a disposizione dei parenti in visita alle suore, è un’antica casa colonica, costruita nel 1881, dove nei primi anni aveva abitato il Vescovo del luogo. In seguito la casa venne acquistata dal Conte romano Gauttieri, che intendeva utilizzarla come residenza estiva. Fu lui ad ampliare la casa e a realizzarla come è nella disposizione attuale. Sulle due facciate che danno sulla strada principale è possibile riconoscere lo stemma di questa famiglia, ripreso anche sulle anfore di peperino che costeggiano il vialetto d’ingresso.
Di fronte all’edificio della foresteria, ottenuta dalla ristrutturazione del vecchio fienile, si trova la Cappella della Beata Maria Gabriella Sagheddu, monaca trappista, beatificata nel 1983 da Papa Giovanni Paolo II per aver offerto la propria vita per l’unità dei cristiani. La Cappella, denominata Cappella dell’unità, ospita al suo interno l’urna in rame sbalzato realizzata da B. Cellanetti. Essa contiene il corpo della beata Gabriella ed è sormontata da una statua in terracotta dello scultore A. Ambrosioni. All’interno della cappella troviamo anche la riproduzione retro illuminata di alcuni affreschi delle catacombe di S. Callisto in Roma e un capitello originale del II secolo, su cui poggia il tabernacolo. Nella zona dedicata agli ospiti si trova anche una piccola rivendita di prodotti monastici. Qui le monache offrono oltre ai prodotti di altri monasteri il frutto del loro lavoro, in particolare marmellate confezionate senza conservanti, biglietti e immaginette per diverse ricorrenze importanti, icone incollate, vino e olio, frutto del lavoro in campagna. Infatti le monache nella giornata vivono un’alternanza di preghiera, lettura e lavoro manuale, secondo la Regola di S. Benedetto.
BIBLIOGRAFIA
A. di Bello, Vitorchiano, Monastero Nostra Signora di San Giuseppe, in “Analisi delle potenzialità connesse con la valorizzazione dei conventi e monasteri della provincia di Viterbo”. Istituto di studi politici”S. Pio V”. Roma 2005. Pp. 177 – 179.
Un cordiale ringraziamento alle trappiste di Vitorchiano per la disponibilità fornita e per il prezioso contributo dei materiali fotografici e documentari forniti.