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La chiesa di Santa Maria Assunta fu consacrata nel 1533 dal vescovo di Bagnoregio, Monsignor Pastorelli ma già nel 1458 fu ristrutturato il campanile e nel 1474 si intervenne sui “muri divae Mariae” con lavori di restauro e manutenzione.
Info: Parrocchia S. Maria Assunta. Tel. 0761 370787. Parroco Don G. Pirri.
Parrocchia S. Maria Assunta in cielo Vitorchiano.
La Chiesa di Santa Maria Assunta in cielo – Vitorchiano (Viterbo) [Video]
Orario S. Messa: Domenica e festivi ore 9.00.
CHIESA DI SANTA MARIA ASSUNTA
CENNI STORICI E DESCRIZIONE
Non si possiedono informazioni precise sulla costruzione della Chiesa di Santa Maria Assunta, si sa invece con certezza che fu consacrata nel 1533 dal vescovo di Bagnoregio, Monsignor Pastorelli. La consultazione del “Libro dei Consigli” si è rivelata preziosa per venire a conoscenza dei lavori di restauro e manutenzione dell’edificio: il campanile fu ristrutturato nel 1458 e nel 1474 si intervenne sui “muri divae Mariae”, commissioni eseguite da maestranze lombarde. Ne consegue un’edificazione esistente già prima del XV secolo. La Chiesa è posta all’interno della prima cerchia di mura ed è la più antica del paese. Presenta una facciata a capanna, con rosone gotico a fiore e due finestre in alto, lo stemma mariano sormontato da una corona, e il portale di ingresso sopraelevato rispetto al piano di calpestio, circondato da stipiti ed architrave scanalati.
La chiesa presenta un secondo portale di accesso laterale in stile gotico, sormontato da un timpano riccamente decorato. Questo portale di forma triangolare a contorni lobati terminanti in volute, presenta al culmine una cuspide dentellata con al vertice una croce. Sulle ultime due volute di sinistra della cuspide, sono stranamente impresse una stella e un trifoglio. Immediatamente sotto è posto il simbolo dell’Eucarestia inscritto in un cerchio dalla cornice attorcigliata. La lunetta, inquadrata in un arco a sesto acuto, presenta un affresco molto deteriorato con l’Assunzione della Vergine adagiata su nubi è circondata da cherubini osannanti, del 1600. Accanto è visibile una delle quattro monofore poste sulle pareti laterali della chiesa.
Adiacente al portale è il campanile quadrangolare, suddiviso in tre livelli da cornici marcapiano, su cui si ammirano tre ordini di finestroni: monofore al livello inferiore, bifore al secondo livello, mentre sull’ultimo livello si aprono delle trifore. Tutti e tre gli ordini di finestre sono caratterizzati dalla presenza di archetti trilobati che poggiano su colonnine di peperino dai capitelli quadrangolari. Nel 1458 il campanile venne restaurato da artisti lombardi residenti a Vitorchiano. Sul lato destro della chiesa, al di sotto di una scalinata è presente un affresco che raffigura una Madonna in trono col Bambino. La raffigurazione molto deteriorata fa intravedere alcuni particolari che nella forma stilistica rimanda ad un affresco databile tra il XIV e ilXV secolo. La chiesa è a navata unica con copertura a capriate e presbiterio sopraelevato. Le pareti laterali si interrompono in lunghezza per la presenza di fiancate emergenti sulle quali sono posti a destra la cantoria con l’organo, mentre a sinistra il pulpito. In controfacciata è un’acquasantiera a fusto del XVI sec., di ambito viterbese con gli stemmi di Vitorchiano e di Roma alla base del fusto sagomato. La tazza circolare è baccellata e con profonda scanalatura che corre parallela al bordo a sezione semicircolare. Al centro della parete è un affresco quasi completamente andato perduto raffigurante due santi non meglio identificati, realizzati nel XIV sec e attribuiti a Ilario da Viterbo. Appartiene ad un ciclo di affreschi che è stato successivamente ricoperto con il massiccio strato di intonaco, attualmente visibile lungo tutte le pareti della chiesa.
Addossata alla parete è, invece, una lapide tombale pavimentale in peperino costituita da tre lastre, di cui due datate 1583 e 1577. La lapide è completamente ricoperta da iscrizioni sepolcrali, in latino, in lettere capitali: D.O.M./ ANDREAS BOC/ CAMACARONI/ HIC/ IACET/ ALEX BOCC/ ET MARGARITA GRACCA/PARENE PP/NON AUG/ MDLXXXIIII. D.O.M. LUCAS COLUTIA D VITUGNO/FUI NO/SUM ESTIS/NO ERITAS NIMO IMO/TALIS AN D/MDLXXVII/LUCRETIA VI/ORETMANI FILUIS EOR/HIC M POSUER. Sulla prima lastra è possibile distinguere, nella parte superiore, uno stemma a nastri che incornicia le lettere P.O.
Sulla parete destra è una nicchia affrescata nel XVI sec. di scuola viterbese, con la rappresentazione interpretabile con la Trasfigurazione, data la difficoltà di lettura del brano pittorico per le sue precarie condizioni, che presenta delle iscrizioni in basso, non completamente leggibili. Nel riquadro superiore è stata affrescata l’Incredulità di San Tommaso, opera di ambito viterbese e risalente al XVIII sec., che raffigura San Tommaso mentre tocca le stimmati del Cristo Risorto, dietro il quale è la figura della Madonna. Sulla balaustra della lunetta è stata collocata la statua del Sacro Cuore di Gesù con la mano destra benedicente, mentre con l’altra mano indica il cuore, al centro del petto, circondato dalla corona di spine.
Proseguendo verso il presbiterio è possibile ammirare la Macchina processionale in legno intagliato, dorato e argentato, risalente al XVII-XIX sec., utilizzata per il trasposto dell’immagine di Maria SS. Assunta in Cielo, che si svolge il 14 agosto di ogni anno. L’immagine della Vergine viene collocata su una base di legno che simboleggia un nimbo di nuvole, accanto alla quale, su delle volute di foglie, si ergono dei putti che assumono posizioni differenti. Davanti ad essi ed al centro della macchina in basso sono collocati dei candelabri. In alto le volute sorreggono una grande corona riccamente lavorata sulla cui cima è un crocifisso. Al centro della macchina è un nimbo di nuvole raggiate. La macchina processionale dell’Assunta è stata restaurata nel 2006.
Ancora sulla parete destra è la statua della Madonna di Lourdes, vestita di bianco e con le mani giunte in preghiera, stante sulle nubi e collocata in una nicchia chiusa da una vetrata.
Come già accennato sulla parete emergente, che precede il presbiterio, è collocata la cantoria, nella quale è l’organo della chiesa, seicentesco, inscritto in un arco a tutto sesto. La balaustra è riccamente decorata da elementi geometrici, mentre, più in basso, inscritti in tre specchiature, sono altrettanti archetti trilobati. La struttura è sorretta da un sottostante arco e da quattro contrafforti che si appoggiano a delle paraste addossate alla parete. Al centro dell’arco è una lastra di bronzo decorata ad altorilievo.
L’altare laterale destro del presbiterio è seicentesco e presenta due colonne con capitello composito che sostengono un timpano spezzato, entrambi dai contorni dorati. All’interno di questo si apre una specchiatura liscia che termina in basso con delle volute. Tra le colonne dell’altare e le paraste dell’arco in cui è inscritto, corre un fregio in peperino scolpito a rilievo con motivi di foglie d’acanto. Al di sopra della nicchia, nella quale è posta la statua del XVII sec. della Madonna del Suffragio, è un cartiglio con un’iscrizione in latino: AUXILIUM/ CHRISTIANORUM. Accanto è un’epigrafe dedicatoria incisa nella parete che recita: LE FAMIGLIE/LACAGNINA_ACUNTO/DONANO/QUESTO ALTARE/A GLORIA DI GESU’/A RICORDO DEI LORO DEFUNTI/MOUNT VERNON NEW YORK/ 24-4-1949.
Il presbiterio è sopraelevato e presenta al centro della facciata l’altare maggiore con il timpano cuspidato, che riprende quella dell’ingresso laterale, sorretto da colonne rivestite di velluto rosso con capitello a foglie larghe. Al centro dell’arco trilobato inscritto nella cuspide è un’incisione “DEIPARAE ASSUMPTAE”. Sull’altare è collocata La tavola raffigurante la Vergine Assunta. La Madre di Cristo in piedi sulle nubi è in preghiera, ed è circondata ai lati da angeli musicanti in colonna. Per l’assenza di proporzioni nella figura della Madonna, per la rappresentazione degli angeli in colonna e per la presenza del fondo oro, si può ascrivere la tavola al XV sec. In occasione degli addobbi realizzati nel periodo pasquale, viene qui collocata la la statua del Cristo Risorto normalmente conservata in sagrestia, con veste bianca, il braccio alzato e la croce della Resurrezione. Ai piedi della tela è il tabernacolo con le stesse fattezze del timpano dell’altare e della porta di ingresso laterale, ai lati sono gli stalli del coro. A destra dell’altare maggiore è la tela del XVII sec, di ambito viterbese, raffigurante San Pietro, con atteggiamento ammonitore, ricoperto di un lungo e panneggiato manto che dalla spalla lo ricopre sino ai piedi. È in posizione frontale e tiene la mano destra sollevata mentre con la sinistra sostiene un libro e le chiavi.
In basso è la statua di Santa Teresa di Lisieux in gesso dipinto, collocata alla destra dell’altare maggiore su un piedistallo coperto da un manto di rose. La Santa indossa gli abiti monacali e tiene tra le braccia il crocifisso e le rose, i suoi attributi iconografici.
A sinistra dell’altare maggiore, invece, è la tela del XVII sec, di ambito viterbese, raffigurante San Paolo inespressivo e immobile nonostante il gesto della mano sinistra di sollevare la spada e la posizione asimmetrica delle gambe. Il Santo indossa una veste verde ed è avvolto in un grande e panneggiato manto rosso.
In basso è la statua di San Michele Arcangelo in gesso dipinto, collocata a sinistra dell’altare maggiore. Il Santo è in atto di uccidere il drago con la spada, schiacciato sotto i suoi piedi. Il braccio sinistro è alzato ad indicare il cielo, segno della vittoria del bene sul male.
All’estremità destra è una porta in trompe-l’oeil, mentre a sinistra è l’ingresso della sagrestia sormontato da uno stemma vescovile. In alto la facciata presenta le stesse decorazioni della balaustra della cantoria.
L’altare laterale sinistro del presbiterio è seicentesco e presenta due colonne con capitello composito che sostengono un timpano spezzato, entrambi dai contorni dorati. All’interno di questo si apre una specchiatura liscia che termina in basso con delle volute. Tra le colonne dell’altare e le paraste dell’arco in cui è inscritto, corre un fregio in peperino scolpito a rilievo con motivi di foglie d’acanto. Speculare all’altare destro del presbiterio, è in cattivo stato di conservazione. Conserva al centro della nicchia un Crocifisso messo in risalto da un telo rosso. È stato realizzato nel 1590 da Joannes Parisiensis (Giovanni Parigino o da Parigi), il cui nome è stato ritrovato su un cartiglio rinvenuto all’interno della scultura, insieme alla data d’esecuzione. Il Crocifisso ha subito nel corso del tempo una serie di ridipinture che un recente restauro (2009) ha però eliminato restituendo l’originale bellezza dell’opera. Sulla parete emergente è il pulpito semicircolare con cornici lisce ed articolate, che nella parte inferiore digradano lentamente in forma conica. La balaustra è divisa in specchiature lisce; in quella centrale è raffigurato, in bassorilievo, il sole. Ascrivibile al XIV sec di ambito viterbese, è l’unico esempio di una originaria architettura, mentre tutto il resto della chiesa è completamente rifatto in finto peperino.
Sulla parete sinistra è presente una nicchia trilobata, sorretta da colonnine con capitelli a larghe foglie. All’interno è l’affresco del XV sec. attribuito al Maestro di Corchiano, allievo di Lorenzo da Viterbo, raffigurante San Lorenzo e, probabilmente, Santa Margherita. S Lorenzo è vestito di dalmatica rossa e risvolti giallo oro. Tiene nella sinistra la palma del martirio e nella destra la graticola. Accanto a lui, a destra, è la Santa, anch’essa con la palma del martirio, con capelli castani legati dietro la nuca e molto attaccati alla testa. E’ vestita con una tunica marrone e lungo manto rosso con risvolti giallo-oro. In alto sono affrescate volute, nastri ed ali piumate.
Davanti la nicchia è collocata la statua di Sant’Antonio da Padova, in gesso, che è stata donata, come si evince dall’iscrizione sul basamento: PER GRAZIA ESAUDITA LAN. D MESSINA PUGLISI CONCETTA OFFRE ALLA CHIESA DI SANTA MARIA IN VITORCHIANO.
Affresco raffigurante la Madonna in trono con il Bambino che tiene tra le mani il globo, ascrivibile al XVI sec. L’affresco ha subito un restauro che però non ha rispettato i colori originali, che dovevano essere come quelli dell’affresco raffigurante S. Lorenzo e Santa Margherita, ed ancora di più ha accentuato i lineamenti fisionomici, molto vicini allo stile di Antoniazzo Romano.
Fonte battesimale in peperino scolpito, opera di scalpellini locali del XVI sec., posto su una base ottagonale dalla quale si alza un fusto circolare e sagomato. L’ampia tazza è decorata con grandi girali vegetali ed è coperta da una calotta squamata sormontata da una piccola lanterna con intrecci geometrici e teste di cherubini.
Dietro il fonte battesimale è una nicchia che si apre nella parete con un affresco molto rovinato, del XV sec, che raffigura San Leonardo, realizzato in tinte molto scure che danno l’effetto di monocromia. Il Santo è vestito di tunica e dalmatica, ha in mano due manette a staffa ed accenna ad una inferriata di prigione. In controfacciata è un ultimo affresco con la Crocifissione di Gesù, del XIV sec, di ambito toscano. Dietro la croce è il Padre Eterno, di cui si distinguono a malapena le spalle, che ha il nimbo a otto punte. Il Cristo al di sotto è raffigurato in maniera molto schematica: ha il capo inclinato dalla parte sinistra, intorno al quale si distingue appena il nimbo. La linea diritta del busto è spezzata dall’alta fascia panneggiata e aderente. Lo stile delle figure non ha riscontro in tutta Vitorchiano, ed è molto probabile che qui si palesi l’intervento di maestranze toscane, e più particolarmente senesi, reinterpretate in chiave locale, ma con molti moduli in comune.
In sacrestia, infine, è conservata la Tela raffigurante l’Incredulità di San Tommaso di scuola viterbese. In primo piano è raffigurato San Tommaso che con una mano tocca, incredulo, le stimmate del Cristo Risorto, mentre sullo sfondo una folla di persone assiste alla scena. Per l’impostazione strutturale della scena e per i particolari stilistici, è possibile vedere un parallelo con l’Incredulità di San Tommaso dipinto da Salvator Rosa nella chiesa dell’Orazione e Morte di Viterbo nel 1636-37.
BIBLIOGRAFIA
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Pietroni E., scheda OA in Varie Vitorchiano, 1994.
Pietroni E., scheda OA in Varie Vitorchiano, 1995.
Un particolare ringraziamento al dr. Andrea Presutti per la consulenza scientifica e il materiale fotografico d’archivio fornito su Vitorchiano:
– Pagina Facebook di Andrea Presutti Materiale fotografico d’archivio fornito su Vitorchiano.
– Vitorchiano com’era Pagina Facebook di raccolta di vecchie foto del bellissimo borgo di Vitorchiano, in provincia di Viterbo. Immagini del paese, dei suoi abitanti e delle sue tradizioni.